Nuoti al sud ??
dal libro "Passione “ di Paolo Crepet
"Mi torna in mente un amico molto caro, che dopo avere studiato medicina a Padova con me, era diventato un bravissimo immunologo e dirigeva un laboratorio presso un importante multinazionale del farmaco a Basilea. Una volta, parlando della selezione di giovani collaboratori, mi disse che i migliori venivano da Napoli. Alla mia domanda sulle regioni di questa considerazione, lui mi spiegò che quei ragazzi e quelle ragazze erano abituati, a causa di un ambiente scientifico in condizioni assai critiche e senza alcun reale supporto né economico ne umano, a fare letteralmente tutto, dalle fotocopie alle ricerche in biblioteca, al sopperire a svariate mancanze e disfunzioni del contesto. Perciò, quando arrivavano al suo laboratorio, erano cento volte più veloci ed efficienti di coetanei cresciuti in ambienti universitari molto più organizzati e attrezzati di quelli partenopei.”
Nel meridione non è solo l’ambiente scientifico a versare in condizioni assai critiche ma anche lo sport.
Restringiamo per il momento il nostro campo di indagine al nuoto il nostro sport.
Dal sito della Federazione Italiana Nuoto abbiamo reperito le informazioni circa le associazioni sportive affiliate che praticassero l’attività del nuoto1. Nella tabella che segue i dati di tutte le regioni associati ai dati demografici2.
Nel Lazio ci sono 151 associazioni sportive affiliate FIN che praticano il “nuoto”. Inoltre nella medesima regione ci sono ben 5 centri federali; nelle regioni del sud nemmeno 1.
In Campania ci sono solo 53 associazioni sportive affiliate FIN che praticano nuoto. Lazio e Campania hanno pressappoco la medesima popolazione solo che in Campania i giovani 0-18 sono circa 100 mila in più. Il Veneto ha un terzo (75) di associazioni in più rispetto alla Sicilia (50) a parità di popolazione3.
La Lombardia, seppur rileva una popolazione quasi doppia di quella del Lazio ha meno associazioni sportive che praticano nuoto. Si ritiene che questo dato dipenda anche dal maggior sviluppo di altre attività sportive che sono poco praticate altrove come ad esempio gli sport invernali.
Si pensi che nella sola nella città di Napoli (terza città d'Italia), sono chiuse da molto tempo, prima della pandemia, numerose piscine che accoglievano un bacino d’utenza non indifferente. Pensiamo alla piscina M.Galante di Scampia o alla piscina dello Stadio Collana al Vomero o la piscina del Paladdenerlein, alla piscina E. Bulgarelli di Poggioreale, o alla piscina comunale di Ponticelli. Queste sono solo alcune delle piscine chiuse.(clikka qui per le altre della provincia di Napoli). A Bari hanno chiuso le Piscine Payton e "I Delfini" e la piscina scoperta dello Stadio del Nuoto. Ma elencarle tutte sarebbe davvero difficile.
E tutti gli atleti, e le associazioni per cui erano tesserati, che si allenavano in quelle strutture?
Quelli che hanno potuto permetterselo probabilmente si sono spostati in altre piscine della regione o addirittura in altre regioni. Ma la maggior parte di loro? Avranno continuato a nuotare con enormi sacrifici sia economici e che di tempo o avranno appeso gli occhialini al chiodo? Per non parlare dei bambini che avrebbero solo voluto imparare a nuotare.
Immaginate quanti ragazzi tra i 12 e i 15 anni che prima nuotavano a livello agonistico nella piscina sotto casa ora dovranno raggiungere, dopo la scuola, una piscina molto più lontana, fare allenamento e ritornare a casa.
Giunti a casa dopo 2 ore di auto e 2 ore di allenamento potranno finalmente iniziare a studiare per il giorno dopo. Quanti pensate che dureranno con questo ritmo? E cosa pensate che sceglieranno i genitori, per lui, di abbandonare? Il nuoto o la scuola?
Tutti i grandi campioni hanno iniziato nella piscina sotto casa. Se manca la piscina mancheranno anche i campioni di domani.
La riapertura di tanti impianti chiusi è un urgenza che non può aspettare i tempi della burocrazia italiana. Intanto i bambini cresceranno senza saper nuotare e senza aver avuto la possibilità di scoprire il proprio talento nascosto.
Comprendiamo che gli impianti natatori hanno dei costi di gestione elevati, che senza una organizzazione adeguata non permettono quantomeno la loro copertura, ma se nelle altre regioni italiane ed in altri paesi questo accade non vediamo perché questo non possa accadere anche qui.
Concludo con una notizia che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia. Un recente studio riportato dalla trasmissione, “presa diretta andata in onda su rai tre il giorno, 13 settembre” ha dimostrato che “ogni euro investito in sport e strutture sportive genera, 8 euro di risparmio sanitario” !!! Purtroppo è un investimento troppo a lungo termine per la miopia dei nostri politici.
Pasquale Taglialatela
1 Fonte sito federnuoto.it dato aggiornato al 03/11/2021
2 Fonte Istat
3 il dato relativo alle associazioni affiliate Fin è un dato parziale essendo presenti altre associazioni sportive non affiliate fin che svolgono attività di nuoto. Riteniamo che sia comunque un dato significativo.