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foto di Pasquale Taglialatela 29 luglio 2009 - Mondiali di Nuoto Roma 2009

Se lanci il cuore impavido

e indovini l’angolo

puoi provare il brivido dell’infinito

 un tuffo senza termine

in un fermo immagine

per sfidare il turbine del grande abisso “

Un solo mondo- Claudio Baglioni (canzone ufficiale Mondiali di Nuoto Roma 2009)

Occorre davvero “un cuore impavido” per salire prima, e tuffarsi poi… dal blocco di partenza.

Non tutti hanno questo coraggio. Soprattutto se non hanno più l’incoscienza dei bambini.

E’ molto più semplice, salvo casi particolari, insegnare un tuffo ad un bambino di 6/8 anni che ad uno di 12. Il bambino, da un lato si affida a quello che l’istruttore gli dice, dall’altro non ci pensa più di tanto e si lancia e riprova senza tanti problemi. Il ragazzo pensa alle conseguenze del tuffo, pensa all’altezza del blocco, pensa alla brutta figura, pensa alla probabile panciata sull’acqua.

Indovinare l’angolo” di ingresso in acqua non è facile, basta una minima variazione per determinare un bel tuffo o una “panciata” clamorosa.. Non è semplice spingere una persona a lanciarsi in avanti prima con le mani e non con i piedi come siamo abituati a fare sulla terra ferma. Il capo va preservato da impatti ed istintivamente chiunque tenderebbe a proteggerlo. Lo vedi dalle gambe dell’allievo che sono  saldamente piantate sul blocco a formare un'unica figura come le statuine. Duri come il marmo difficilmente plasmabili. Non c’è nulla di razionale in questa paura. Saltare da meno di un metro, in una vasca di almeno 1,80 metri di profondità, non comporterebbe nessun rischio a parte un po’ di rossore sulla pancia.

Eppure questa paura non è facile da vincere. Più tenti di spingerli verso l’acqua e più la loro forza è uguale e contraria. Nel 99% dei casi quando avviene, la prima cosa che entra in acqua sono proprio i piedi, che nel tuffo dall’alto sono l’ultima cosa che dovrebbe entrare.

Tante prove e la voglia di superare i propri limiti faranno superare questa paura. Quando ti riesce per la prima volta “ potrai provare il brivido dell’infinito”.  Sembrerà di volare e da quel momento vorrai provare e riprovare perché quella sensazione è troppo bella perché finisca subito. Vorresti “un tuffo senza termine”.

Lo stesso “cuore impavido” è necessario anche per salire sul blocco di partenza per una gara. Più importante è la gara e più ci vuole coraggio a salire. Le variabili sono talmente tante; basta che solo una vada male, per dilapidare tutta la fatica fatta in allenamento. Gli occhialini, il tuffo, la virata, la gestione della gara e chi più ne ha più ne metta. Una volta salito sul blocco non si può tornare più indietro. Tutte le paure le porti sulle tue spalle nella sfida “con il turbine del grande abisso”. Molte volte capiterà che la sfida la vinca il grande abisso; ma il giorno della gara perfetta prima o poi arriva e anche qui potrai provare finalmente il brivido dell’infinito.