Sogni di bambini...fragili !!! ...maneggiare con cura
Dove nascono i sogni di un bambino? Ve lo siete mai chiesto?
Nascono guardando o ascoltando o assaporando qualcosa di bello, qualcosa che stupisce, che meraviglia, che fa dire (se siete nati a Napoli o forse anche a New York) UAAA.
Prima ci sono i supereroi, quelli che volano, quelli indistruttibili o quelli dei cartoni animati, poi crescendo un po' quei supereroi fanno spazio a cantanti, ai campioni dello sport.
L’obiettivo dei bambini è imitarli diventare come loro.
Quello di noi grandi (che si sono dimenticati il bambino che erano), invece, è fargli fare un po' di sport, imparare a suonare uno strumento perché non possono stare tutto il giorno seduti o davanti ad una console o sui libri.
Se un bambino ti chiede di fare quell determinato sport o cantare o suonare la chitarra è perché avrà visto o ascoltato qualcosa di bello che lo ha incuriosito, emozionato.
Certo, i bambini cambiano molto spesso idea influenzati da coetanei o perché quell’emozione non ha lasciato il segno.
Noi adulti abbiamo mille impegni e a volte non facciamo caso quello che diciamo o che facciamo. Dovremmo fare molta attenzione quando abbiamo davanti un bambino; sia che siamo genitori istruttori, o insegnanti.
Riportiamo il discorso nel nostro mondo quello del nuoto, ma potrebbe essere trasposto in un qualunque altro sport o attività.
Quanti sogni di bambini (come i miei) si sono infranti davanti ad istruttore “seduto !!!” svogliato, mal pagato e che non vede l’ora che finisca il turno.
A volte un mancato incoraggiamento può spegnere sul nascere l’entusiasmo di un piccolo allievo.
Da bambino nemmeno io probabilmente ci davo tanto peso. Me ne sono accorto dopo, coltivando questa passione, cosa mi ero perso. E cosa si perdono tanti bambini nel non fare sport o nel farlo con le persone sbagliate, che a volte nemmeno per loro colpa sono messi a fare questo mestiere per pochi spiccioli. Oppure perché chi gestisce quella associazione sportiva, non vuole altro che ricavarci un bel gruzzoletto lasciando a mollo nell’acqua i piccoli malcapitati.
La mia esperienza in una delle “migliori piscine” degli anni ‘90 di Napoli mi ha impedito di provarci almeno a viverlo quel sogno anche per poco. Non ricordo di essere stato talmente una “schiappa” ma eravamo in tanti, forse troppi per essere notati dall’istruttore. Solo lezioni per imparare a nuotare ma nulla di più. Nessuno che mi avesse mai detto: “vuoi provare a fare una gara?” Nessuno che avesse pensato : “adesso lo passo ad un collega che fa allenamenti diversi, che lo prepari a qualche gara”.
Bene negli occhi dei bambini, miei allievi, ho visto cosa mi ero perso. Mi ero perso l’emozione delle gare, quelle vere, quelle dove ci sono i giudici di gara e i cronometristi vestiti di bianco. L’ansia della camera di chiamata, della falsa partenza, della virata sbagliata, l’ebrezza di vincere almeno una batteria, di vedere il tuo nome scritto nella classifica finale, di ricevere una medaglia.
Anche una parola del genitore può incoraggiare o spegnere quel sogno. “ Ah oggi non ti posso accompagnare in piscina ho troppo da fare”; “ah oggi piove prendi freddo stiamo a casa, tanto se perdi una lezione che fa mica devi fare le olimpiadi”. Oppure “bravo oggi ti sei impegnato ed hai dato il meglio di te!”
Certo non è facile conciliare i nostri impegni e quelli dei bambini ma cerchiamo di organizzarci troviamo una soluzione alternativa, un piano b.
I sogni da bambino ci aiutano a crescere a credere in noi stessi.. maneggiamoli con cura ad infrangerli basta un colpo di vento!
Pasquale Taglialatela