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Guida pratica per costruirti un allenamento di nuoto da solo. (solo per nuoto amatoriale)
Premetto che è sempre meglio affidarsi ad un istruttore/allenatore presente nella vostra piscina per essere seguiti nei vostri allenamenti di nuoto.
In questa piccola guida vi diamo qualche informazione per coloro che per motivi di orari o giorni sono costretti a frequentare il nuoto libero.
Il nuoto può essere molto noioso in apparenza, soprattutto per chi entra in acqua (nel nuoto libero) senza alcun programma, idea od obiettivo.
Impegnare la mente in quello che si fa ci permette di non cadere nella noia.
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TEST 7 x 200
A volte capita che un atleta che sia giovane, senior o master si alleni duramente e si senta in forma per la gara. Ma poi in gara non ottiene il risultato sperato. Ci può essere sicuramente un fattore psicologico, oppure un errore tecnico in virata o in partenza oppure gli allenamenti non hanno centrato l’obiettivo.
Tale ultima fattispecie si rileva maggiormente nel caso di soggetti che si allenano da soli o con allenamenti fai da te.
Ma per capire dove stiamo andando sarebbe opportuno effettuare dei test per saggiare lo stato di forma.
Oggi parliamo del test 7 x 200 metri[1].
Premetto che questo test è adatto a nuotatori esperti e che abbiano superato una visita medica sportiva agonistica.
Il test è stato in parte rivisitato per renderlo comprensibile e attuabile ai più.
Prima di effettuare questo test è necessario un adeguato riscaldamento. Almeno 1000 metri.
Considerato che ogni atleta ha parametri diversi si considera quale elemento per misurare l’intensità dello sforzo i battiti cardiaci.
La frequenza cardiaca la possiamo misurare, o con delle adeguate fasce toraciche adatte al nuoto, o con degli orologi con cardiofrequenzimetri o con altri tipi di sensori come il polar OH1 potete approfondire su questo ultimo device clikkando qui. Oppure Se non avete nessuno di questi dispositivi semplicemente contando al termine della distanza i battiti per 6 secondi e moltiplicarli per 10. Ovviamente questo è un metodo molto empirico e poco preciso ma rende l’idea dello sforzo effettuato.
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Nuoto al buio..
Avete mai provato a nuotare ad occhi chiusi? No? Si, e quanti metri avete fatto prima di andare a fratturarvi il mignolo contro la corsia?
Nuotare ad occhi chiusi è un esercizio cosiddetto di esclusione perché esclude una parte del corpo in questo caso uno dei 5 sensi: la vista.
Mi diverto a farlo eseguire ai bambini e anche agli adulti. Per i bambini è più complicato.. perché facilmente barano ed aprono gli occhi. Allora ho escogitato un metodo. Gli faccio prendere un paio di occhialini che non usano più e gli faccio dipingere con i pennarelli indelebili le lenti come più gli piacciono. Cosi a casa fanno uno gioco insieme alla mamma o al papà ed in piscina non barano.
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SWOLF
Per gli addetti ai lavori il temine è conosciuto e deriva da dalla sintesi di due parole inglesi Swim e golf.
E’ un metodo per “misurare” empiricamente l’efficienza della nuotata.
Più semplicemente propongo agli allievi di contare quante bracciate fanno in una vasca ad una velocità media. Nelle vasche che seguono chiedo di diminuire il numero di bracciate senza rallentare la velocità focalizzando la propria attenzione su una bracciata “lunga” e “potente”.